La notizia diffusa da Adnocronos Salute il 3 novembre u.s. ci fa pensare che il CdA dell’AIFA e gli esperti delle Regioni vivono in un altro mondo o siano completamente disinformati od – ancora peggio – non hanno un minimo di considerazione delle difficoltà che da anni i cittadini italiani devono affrontare per potersi sottoporre agli accertamenti – clinici, ecografici, radiologici e di laboratorio – indispensabili per potersi curare. La loro preoccupazione sembra quella di sperperare il poco denaro disponibile per campagne che già si sono dimostrate ampiamente fallimentari per lo scopo pubblicamente proposto, quello di diminuire il ricorso all’aborto volontario, ed utili solo per far accrescere i ricavi delle ditte produttrici delle pillole!
Nel nostro Comunicato Stampa n.1 del 25 aprile u.s. abbiamo dimostrato l’inutilità del tentativo allora annunciato in un’intervista al QS dalla Presidente del Comitato Prezzi e Rimborsi (CPR) dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), a pochi mesi dalla scadenza del suo incarico quinquennale. Oggi che in una versione ridotta il problema si ripresenta, non possiamo non dare voce a tutti gli Italiani ed in particolare ai meno abbienti e dichiarare con forza e con dati inoppugnabili alla mano che questa operazione non s’ha da fare né ora né mai!
Nella tabella 1 sopra riportata abbiamo preso in esame le classi di età <15-24 anni, perchè sono quelle di cui disponiamo le % d’abortività già calcolate nella relazione al Parlamento del Ministro della Salute per l’anno 2020 e 2021, mentre per inserire anche le donne di 25 anni avremmo dovuto fare un calcolo su una percentuale o più bassa (quella del gruppo di età 20-24 anni) oppure nettamente più alta (quella del gruppo di età 25-29 anni).
Il dato che emerge agli occhi di tutti i lettori attenti è che, nella stragrande maggioranza delle Regioni ed a livello nazionale, gli aborti volontari nel 2021 nelle classi di età <15-24 anni sono percentualmente aumentati a livello nazionale dal 22,62% al 23,21% con significativi incrementi in Liguria (27,12%, Regione al terzo posto per il consumo di e.p.), Piemonte (24,38%, tra le Regioni che già distribuiscono gratuitamente le pillole e.p. alle donne <26 aa.) ed Umbria ( 24,88%, al terzo posto tra le Regioni con il maggior numero di Consultori pubblici). Aumento della % di IVG effettuate (in Italia: 14.773=23,21%), che per queste Regioni diventerebbe ancora molto più significativo se includessimo le donne di 25 anni.
Alla luce di questi dati inoppugnabili non riusciamo a comprendere il motivo per cui il Cda dell’AIFA tra le sue priorità ponga la distribuzione gratuita delle pillole e.p. alle utenti di età < 26 anni e non quella di ridurre i prezzi di vendita di tanti farmaci necessari per curare i cittadini italiani o di inserirli nell’elenco dei farmaci prescrivibili dal SSN.