PIENA SOLIDARIETà A MARGHERITA ULISSE
l’Infermiera del Pronto Soccorso di Voghera Dimessasi a causa di “Pillole del Giorno Dopo”
Il Consiglio Direttivo dell’AIGOC, Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, nell’esprimere A Margherita Ulisse piena solidarietà e condivisione delle sofferenze e dei disagi sofferti a causa della sua coerenza alla deontologia professionale ed al primato da lei dato nell’agire professionale quotidiano alla scienza e coscienza nella piena consapevolezza delle conseguenze delle sue scelte, non può non denunciare – ancora una volta – il clima totalitario e di vero e proprio mobbing culturale in cui oggi si trovano ad agire gli Operatori Sanitari.
Mentre si enfatizza nei corsi di aggiornamento del Personale delle ASL il “i care”, “io mi prendo cura di te”, non si esita a sparare a zero, a mettere alla gogna chi concretamente cerca di tradurlo in pratica quando ciò contrasta con l’ideologia di moda!
Se esaminiamo razionalmente l’operato dell’Infermiera Margherita ci possiamo rendere conto che nel rispetto delle regole del “triage del Pronto Soccorso”, secondo il quale le due ragazze non presentavano segni di emergenza e/o urgenza tali da rientrare in un codice “verde” o “bianco”, perché la “pillola del giorno dopo” può essere assunta entro 72 ore dal rapporto sessuale, l’Infermiera ha cercato di prendersi cura delle due ragazze dialogando con loro per far loro prendere coscienza (primo passo per un consenso veramente informato) dell’oggetto della loro richiesta e del meccanismo d’azione della sostanza da loro richiesta.
Tutto il resto è pura propaganda ideologica! Non basta, infatti, la sostituzione del foglietto illustrativo, operata di recente dall’AIFA (vedi nostro comunicato n. 1 del 8/2/2014), per cambiare il reale meccanismo d’azione del levonorgestrel (Norlevo) (vedi nostro documento del 4 luglio 2012) e per assicurare che non è abortivo (a tal proposito bisogna chiedersi alla luce di vicende – in questi giorni venute alla luce del sole – quanto ci si può fidare di Organismi di controllo istituzionali!), né una delibera od una linea d’indirizzo regionale può annullare il diritto costituzionale di ogni Operatore Sanitario di agire sempre e comunque secondo scienza e coscienza.
Ci rattrista ed addolora – ma non ci sorprende ! – il constatare che i mezzi di comunicazione di massa (RAI 1 in particolare) abbiano data tanta enfasi alla vicenda senza invitare “esperti” che la pensano in modo diverso da quello dell’ideologia dominante e senza rendersi conto che facendo propaganda alla cultura di morte – come dimostrano i dati offerti nella stessa trasmissione mattutina sulla violenza alle donne – non si fa altro che aumentare questa esecrabile cultura.
Se l’Italia è ancora al 18° posto nella classifica degli Stati Europei con più alto tasso di violenza nei confronti delle donne, i cui primi 5 posti sono occupati da Danimarca, Finlandia, Svezia, Olanda e Francia, una spiegazione forse ci sarà? Evidentemente i cosiddetti “nuovi diritti civili”, già totalmente realizzati in questi prime cinque nazioni, rendono l’uomo più egoista e violento, perché hanno di fatto calpestato e distrutto il fondamento del rispetto dovuto ad ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, la sua dignità, reificandolo, rendendolo una merce che si può commissionare, comprare, vendere, esigere, scartare … uccidere con l’avallo della legge!
Per visualizzare il Comunicato CLICCA QUI COMUNICATO N 6 – 8 ott 2014