Il problema etico degli embrioni crioconservati. COMUNICATO del 23 novembre 2012

COMUNICATO del 23 novembre 2012
IL PROBLEMA ETICO DEGLI EMBRIONI CRIOCONSERVATI

 

In questi ultimi mesi si è sentito spesso parlare in ambito cattolico di APN (adozione per la nascita) degli embrioni crioconservati; in particolare il Presidente Nazionale di Scienza e Vita, prof. Lucio Romano, parlando a Roma, presso l’ ATENEO REGINA APOSTOLORUM ed in videoconferenza a Bologna presso l’Istituto VERITATIS SPLENDOR il 15 maggio u.s. ha fatto capire che tra le diverse opzioni possibili la sola scelta buona fosse quella dell’adozione di detti embrioni.

Volendo aprire un confronto anche infra cattolico abbiamo deciso di mettere nel programma della quinta tappa della nostra Scuola Itinerante, che si è svolta il 15 e 16 novembre ad Aversa (Campania, dopo la Sicilia, l’Umbria, le Marche e le Puglie) tale argomento e di affidarlo all’aversano prof. Lucio Romano.

Dopo la molto dettagliata e completa presentazione delle attuali conoscenze scientifiche sull’argomento conclusa con una tabella sintetica dei pro e dei contra all’APN fatta dal prof. Romano, il prof. Giuseppe Noia, ha sottolineato come l’utilizzo del concetto di adozione inneschi una serie di problemi etici sempre più gravi in una spirale senza fine e trasformi – come affermava il prof. Padre Angelo Serra – un atto di carità compiuto per salvare la vita ad un embrione in derive etiche ancora più gravi giustificando addirittura un aumento del ricorso alla crioconservazione degli embrioni, che possono essere adottati.

Il prof. Lucio Romano rispondendo al prof. Noia ha affermato che pur essendo coscienti che le donne disponibili ad adottare embrioni crioconservati siano pochissime, che migliaia e migliaia di embrioni per quanto adottabili non saranno adottati, che scongelandoli solo 4-6 su cento potranno nascere, tuttavia l’istituto dell’Adozione è molto importante perché simbolicamente significa dare una risposta simbolica forte, forte allo statuto di persona, che alcuni vogliono disconoscere o non riconoscere, ed ha concluso – dopo aver affermato che fra 20-25 anni gli embrioni criocongelati saranno tanti da doverli per convenzione sopprimerli – con un interrogativo “Vogliamo o non vogliamo riconoscere lo statuto dell’embrione?”

Quindi noi per riconoscere lo statuto dell’embrione dovremmo fare una cosa non buona? ha esordito il dott. Angelo Francesco Filardo facendo notare come la crescente crioconservazione degli embrioni in Italia è possibile, perché gli estensori della legge 40/2004 e quelli delle linee guida applicative non hanno mai regolamentato dettagliatamente l’impegno della donna e della coppia impossibilitata a sottoporsi al trasferimento in utero degli embrioni prodotti in vitro prima della sentenza n. 151 del 15-5-2009 della Corte Costituzionale e dopo tale sentenza nel definire anche che cosa si intende per “un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario” , in particolare necessario a chi ed a che cosa? , impegno che va assunto nell’esprimere il consenso informato per cui in mancanza di questo impegno ad impiantare comunque – anche se il primo trasferimento si conclude con la nascita di uno o più bambini – gli embrioni prodotti la coppia non può essere ammessa alla Fecondazione in Vitro.

Rispondendo alla domanda di don Stefano Tardani il Presidente nazionale di Scienza e Vita ha tra l’altro affermato che il costo di questi embrioni crioconservati non sarà più a carico della singola coppia, non sarà sicuramente a carico del singolo Centro che provvede a crioconservare gli embrioni; un domani – é questa un’affermazione volutamente provocatoria – fra qualche anno lo Stato non sarà in grado di poter mantenere gli embrioni crioconservati … ed ha concluso con l’interrogativo già fatto “adesso noi vogliamo o non vogliamo riconoscere lo statuto dell’embrione?”

Da quanto riferito è evidente che la posizione dell’AIGOC, espressa con ferma convinzione negli interventi del Presidente e del Segretario nazionali, è molto distante da quella espressa dal Presidente nazionale dell’Associazione Scienza e Vita ed è motivata oltre che dai motivi scientifici (scarsa sopravvivenza degli embrioni scongelati: solo 4-6 nati vivi su

  • embrioni scongelati) anche bioetici (accettare l’Adozione Per la Nascita significa accettare la fecondazione eterologa per la coppia, accettare la maternità surrogata nei casi di impossibilità della gestazione da parte della donna adottante, correre il rischio dell’estensione dell’istituto dell’adozione ai single ed a …)…

Per scaricare il Comunicato CLICCA QUI Il_problema_etico_degli_embrioni_congelati_231112

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