Comunicato Stampa n.3 del 22 maggio 2023 

Più di sei milioni di vittime innocenti. Di bambini nella fase più fragile della loro vita. Sei milioni di esistenze umane smembrate, dissolte ed annientate, buttate nei rifiuti pericolosi ospedalieri o, come accade con l’aborto chimico (RU486), anche nei WC delle proprie case. 

45 anni di disprezzo della vita umana più nobile, perché più meritevole di cure ed attenzioni, eppure più povera ed indifesa. 

45 anni di violenza spietata verso gli esseri umani più preziosi perché veri depositari del nostro futuro personale e sociale. 

45 anni di menzogne legittimate e potenziate dal potere mediatico nazionale ed internazionale tanto da indurre le nuove generazioni a considerare l’aborto volontario un nuovo “diritto umano”. Un altro gravissimo esito culturale di quella legge 194 che ha ucciso le coscienze e ancora le inganna facendo assurgere la scelta abortiva ad atto di libertà e di autodeterminazione. Tanto da mettere in discussione il diritto alla obiezione di coscienzada parte del personale sanitario, prevista dalla stessa legge. 

45 anni di inganni e di reticenze sulle gravi conseguenze psico-fisiche dell’aborto volontario, di cui i redattori del “documento” per l’IVG (Interruzione Volontaria della Gravidanza) non informano le donne, come invece dovrebbero per un legittimo “consenso informato”. Donne che scontano per lunghi anni queste conseguenze, senza un supporto adeguato da parte degli stessi Servizi che hanno certificato la loro decisione. 

45 anni di connivenza della Medicina e della Ginecologia corporativa nazionale ed internazionale con i grandi poteri economici ed ideologici che misconoscono intenzionalmente l’inizio della vita umana dal concepimento, tanto da approvare e raccomandare l’utilizzo, anche gratuito, di sostanze ormonali in pillole con prevalente (pillole post-coitali del “giorno e dei 5 giorni dopo”) o possibile effetto abortivo precoce (pillole estro-progestiniche, o solo progestiniche), determinando un numero di “criptoaborti” o aborti “nascosti” molto superiore a quello registrato secondo la legge 194. 

La coscienza formata alla verità scientifica ed etica sulla vita umana concepita, quale quella dei Ginecologi ed Ostetrici Cattolici, non può non denunciare una simile ingiustizia che perdura immutata da 45 anni. La più grave delle ingiustizie contro una moltitudine di esseri umani innocenti ed indifesi. 

La dignità di questi nostri piccoli fratelli e sorelle non nati merita il nostro rispetto e tutto il nostro impegno professionale affinché venga debitamente riconosciuta, in quanto esseri appartenenti alla specie umana e, come tali, soggetti di diritto. Primo fra tutti, dal quale tutti gli altri derivano, quello alla vita