La fecondazione extracorporea nel 2014 fa registrare il numero massimo di embrioni sacrificati e crioconservati

 

Anche quest’anno la Relazione presentata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin al Parlamento sull’attuazione della legge 40/2004 nell’anno 2014 oltre a confermare il triste primato, detenuto da 5 anni, cioè che le tecniche di fecondazione extracorporea rappresentano in Italia la prima causa assoluta, certificata, di morte degli embrioni umani, fa registrare una significativa impennata rispetto agli anni precedenti del numero di embrioni sacrificati, 149.950, 6.180 in più rispetto al 2013, e degli embrioni crioconservati, 28.757, 6.614 in più rispetto al 2013!
E’ bene ricordare che la nostra analisi dei dati forniti dalla relazione si limita alle tecniche di II e III livello, cioè alle tecniche di fecondazione extracorporea, che espongono a morte certa la stragrande maggioranza degli embrioni prodotti in laboratorio.

La tabella sopra riportata sintetizza l’andamento nel tempo degli effetti negativi della fecondazione extracorporea, che fa registrare un aumento costante delle coppie trattate (55.654), del numero totale degli embrioni sacrificati e di quelli crioconservati.
Per comprendere come si arriva ai 149.950 embrioni sacrificati bisogna andare a leggere la tab. 3.4.13 a pag. 106 della relazione, nella quale scopriamo che nel 2014 sono stati fecondati 170.629 dei 238.427 ovociti inseminati, ai quali vanno sommati i 16.536 embrioni scongelati (tab. 3.4.16 pag. 107) ed i 2.518embrioni formati dopo scongelamento di ovociti (tab. 3.4.25 pag. 116) e sottratti i 10.976 nati vivi ed i 28.757 embrioni crioconservati.
Questi 149.950 rappresentano l’altissimo costo in vite umane delle tecniche di fecondazione extracorporea, che le rende umanamente inaccettabili e che – purtroppo! – viene ancora poco considerato dai nostri Parlamentari, dal Ministro della Salute, dal Governo, dai mass media, da tanti medici e dagli educatori.
L’altro dato allarmante è la costante crescita del numero degli embrioni crioconservati, che nel 2014 è notevolmente aumentato fino a 28.757: è questo un segno evidente della poca considerazione che il Parlamento ed il Governo hanno della dignità di questi embrioni e dell’enunciato dell’art. 1 della legge 40/2004! Nel nostro opuscolo “Riflessioni osservazioni suggerimenti sui ddl presentati al Parlamento sulla PMA eterologa …” del 23 settembre 2014 a pag. 11 abbiamo scritto “anzi è necessario esplicitare nella legge
che dopo la sua entrata in vigore alla luce del crescente numero di embrioni crioconservati osservato dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha ne eliminato il limite, La donna e la coppia per poter procedere ad una eventuale crioconservazione di embrioni devono espressamente sottoscrivere nel consenso informato che si impegnano a trasferire in utero gli embrioni prodotti in eccesso e crioconservati anche in caso di buon esito del primo trasferimento e/o di nascita in modo naturale di altri figli, a pagare le spese necessarie per tutta la durata della crioconservazione (il cui ammontare va valutato e dettagliatamente specificato nel consenso informato al quale va allegata la fotocopia del bonifico bancario in un apposito ccb del deposito anticipato della somma pari al costo di tre anni di crioconservazione)*. Nel caso di separazione e/o divorzio o rottura della convivenza per la donna/madre permane l’obbligo di procedere all’impianto degli embrioni crioconservati, che continuano ad essere loro figli anche se molto piccoli ed invisibili ad occhio nudo, mentre per l’uomo/padre permane l’obbligo di fornire tutti i mezzi di sostentamento necessari a questi figli come si conviene per i figli già nati comprendendo anche le spese della crioconservazione degli stessi. In caso di mancato trasferimento in utero di questi loro figli crioconservati alla coppia viene comminata la stessa pena prevista per l’abbandono di minori (art. 591 c.p.).”
Per visualizzare il COMUNICATO-STAMPA n3 del11luglio2016CLICCA QUI_

Rinnovato il Consiglio Direttivo dell’A.I.G.O.C.

 

 

L’Assemblea dei Soci convocata a Roma presso la Villa San Giovanni Battista in via Casale di San Pio V n. 1, ha rinnovato il Consiglio Direttivo dell’Associazione per il periodo 2016/2020 eleggendo il Prof. Giuseppe Noia, il dr. Angelo Francesco Filardo, il dr. Gian Franco Puggioni, il dr. Alberto Virgolino ed il dr. Alessandro Feo.
Il nuovo Consiglio Direttivo ha poi eletto Presidente il Prof. Giuseppe Noia, V.Presidente il dr. Angelo Francesco Filardo, Segretario il dr. Alessandro Feo, Tesoriere il dr. Alberto Virgolino.

La contraccezione non previene l’aborto volontario ma lo rende invisibile

 

Ci sorprende, ma non ci stupisce che andando dietro l’onda mediatica delle lamentazioni – ingiustificate, come ha affermato la stessa ministro della Salute e com’è facilmente verificabile leggendo la pag. 46 dell’ultima relazione al Parlamento del Ministro della Salute presentata il 26 ottobre 2015 – della CIGL accolte dal Consiglio di Europa senza prendere in esame i dati della relazione ministeriale prima citata, la AOGOI abbia sfruttato l’occasione per fare l’ennesima campagna a favore della contraccezione.
Rimandiamo alla lettura del nostro comunicato stampa n. 5/2015 per verificare l’infondatezza delle lamentele della CGIL e dell’inesistenza delle difficoltà ad abortire in Italia nei tempi previsti dalla legge 194, limitandoci in questo comunicato a dimostrare l’infondatezza di quanto sostenuto e nei modi indicati dall’AOGOI.
Da sempre i sostenitori della legge 194 e con loro buona parte delle Società Italiane di Ostetricia e Ginecologia hanno affermato e continuano ad affermare che la contraccezione previene l’aborto volontario, anche se fin dagli anni ’70 ci sono studi che dimostrano chiaramente che dove maggiore è la diffusione della contraccezione di pari passo aumentano anche nei giovani le gravidanze non cercate, il ricorso all’aborto volontario per interrompere la maggior parte di queste gravidanze e la promiscuità, cioè il numero dei partner cambiati nei tre mesi precedenti la ricerca.
Nella vicina Francia, che fa registrare una diffusione quasi a tappeto della contraccezione  (il  91% delle donne in età fertile dichiara di usare contraccettivi) gli autori dello studio realizzato dall’INED che correla l’aborto volontario con l’uso della contraccezione (Magali Mazuy, Laurent Toulemon ed Elodie Baril) affermano “Dal 1970 la diffusione di efficaci metodi di contraccezione ha permesso la diminuzione di frequenza di gravidanze non desiderate, ma quando si verificavano il ricorso all’aborto aumentava, fino a quando il numero totale di interruzioni di gravidanza non è più sceso”.
Questo studio conferma quanto Ch. Tietze affermava nel 1989 «Dato che gli aborti e la contraccezione comportano l’obiettivo comune di evitare nascite non desiderate e nascite che avrebbero avuto luogo in un momento inopportuno, esiste un’alta correlazione tra esperienza abortiva ed esperienza contraccettiva nelle popolazioni nelle quali si ha accesso tanto alla contraccezione come all’aborto, ed in quelle in cui le coppie hanno tentato di regolare il numero di figli e la distanza tra loro. In queste società le donne che hanno utilizzato contraccettivi si sottopongono più probabilmente ad un aborto rispetto a quelle che non li utilizzano. L’aborto da solo è un metodo inefficace di regolazione della fertilità, ma incrementa la sua efficacia nella misura in cui l’estensione dell’uso di metodi contraccettivi gli concede la funzione di misura di sicurezza utilizzano».
In particolare lo studio francese ci dice chiaramente che la diffusione della contraccezione ha fatto registrare in Francia un significativo aumento delle recidive, quelle che l’AOGOI vorrebbe ridurre!

 

Per visualizzare il COMUNICATO-STAMPA n.1del14aprile2016 CLICCA QUI

 

La corte costituzionale italiana legittima l’eugenismo di stato con il silenzio 

assenso del governo non costituitosi in giudizio

Il richiamo incompleto all’art. 6 della legge 194/1978, che «consente agli operatori sanitari di praticare l’aborto terapeutico – anche oltre il termine di 90 giorni dall’inizio della gravidanza – in presenza di “processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro”» con l’omissione della frase più importante del comma b “che  determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna , tra l’altro molto raramente rispettata in questi 37 anni di applicazione della stessa legge 194/1978, ci fanno temere che la selezione sarà più ampia di quella che la Corte ci vuol far credere e che la diagnosi genetica pre impianto diverrà una procedura routinaria della fecondazione extra corporea con il conseguente aumento della schiera dei già numerosissimi embrioni sacrificati sull’altare del “figlio ad ogni costo … e sano”(143.770 nel 2013), che non solo non figureranno tra gli aborti volontari tardivi (ivg) che nel 2013 hanno raggiunto il 4,2% degli aborti volontari (4.064), ma faranno diminuire questo numero creando l’illusione che la selezione eugenetica – tanto deprecata quando la praticava Hitler od altri dittatori – non alberghi più in Italia mentre di fatto aumenta a dismisura, e di quelli sospesi a tempo indeterminato nel gelo (22.143 embrioni crioconservati nel 2013).
E’ veramente triste ed avvilente che sia sempre la Corte Costituzionale, che dovrebbe garantire lo spirito personalistico e solidaristico della Costituzione, a sancire la negazione del diritto alla vita dei più deboli – che pur riconosce “non riducibili a mero materiale biologico” con le sentenze dai giudici citate, che tendono più a garantire i desideri degli individui sotto le mentite spoglie di ipotetici “diritti civili”, che di fatto calpestano e svuotano di significato i “diritti universali dell’uomo” primo fra tutti il diritto alla vita, il cui pieno rispetto é fondamento di ogni società civile e di ogni paese degno di essere ancora chiamato democratico e della vera pace, ed ancor più avvilente è constatare ancora una volta l’assenza del  Governo, che non ha ritenuto opportuno intervenire in difesa della legge 40 perché evidentemente non solo condivide la selezione eugenetica ma la fa pagare anche ai contribuenti onesti inserendo la fecondazione in vitro nei LEA.
Per visualizzare il Comunicato_n.6 del 13 nov 2015.CLICCA QUI_

La diminuzione numerica degli aborti volontari non ci induca a sottovalutare i rischi nascosti incombenti:

l’eugenismo e il cripto abortismo di Stato

Nella nostra analisi dei dati offerti dal Ministro della Salute nell’ultima relazione al Parlamento sulla attuazione della legge 194/1978 ci limitiamo ai dati definitivi dell’anno 2013, perché questi già sono carenti a causa dei dati non rilevati in quasi tutte le tabelle, che in alcuni casi raggiungono numeri vergognosi (tab. 18 certificazione urgente/non urgente 6.076; tab. 19 settimana di gravidanza 4.484) per essere dati – indispensabili per una certificazione corretta e legale ! – forniti dal Ministero a 22 mesi di distanza dalla fine dell’anno di riferimento.
Si registra per la prima volta una reale diminuzione degli aborti volontari (- 4.432), associata però ad una più significativa diminuzione del numero dei nati vivi (- 23.978), che di fatto determina per la prima volta dal 1999 un aumento del rapporto di abortività (204‰ nati vivi) ed una notevole diminuzione del tasso di fecondità (37,48‰).  Si registra invece un incremento del tasso di abortività nelle classi di età 25-34 anni ed un incremento numerico e del tasso di abortività nelle donne di età compresa tra i 40-49 anni .
Aborti Volontari Tardivi (Eugenetici)
Anche quest’anno desta preoccupazione  la costante crescita  degli aborti volontari oltre i 90 giorni (fine 12^ settimana), che nel 2013 sono diventati 4.064 (4,2 % di tutti gli aborti, cioè si sono più che ottuplicati rispetto allo 0,5% del 1981), 2.721 dei quali sono stati fatti dalla 16^ settimana in avanti e di questi 961 oltre la 21 settimana.
Epoca
15-49 anni
30-34 anni
35-39 anni
40-44 anni
Gestazionale
2012
2013
2012
2013
2012
2013
2012
2013
13-15 sett.
1.241
1.343
273
305
385
442
298
283
16-20 sett.
1.766
1.760
369
404
628
581
359
383
 ≥ 21 sett.
910
961
287
259
265
280
98
130
Totali
3.917
4.064
929
968
1.278
1.303
755
796
Non rilevata
4.524
4.591
Tab. 2: Aborti volontari tardivi negli anni 2012 e 2013 totali (4,2%) e per gruppi di età.
E’ un segno inequivocabile questo dell’affermarsi tra gli Italiani di una deriva eugenetica di hitleriana memoria, e della mentalità dello scarto del feto non perfetto, non sano, che non sembra avere flessioni.
Per visualizzare il Comunicato CLICCA QUI_n.5 del 9 nov 2015

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