Anche nel 2013 continua la strage di embrioni prodotta in Italia dalla fecondazione extracorperea-

 

I dati forniti dalla Relazione presentata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin al Parlamento sull’attuazione della legge 40/2004 nell’anno 2013 confermano il triste primato, che ormai detengono da 4 anni, cioè che le tecniche di fecondazione extracorporea rappresentano in Italia la prima causa assoluta, certificata, di morte degli embrioni umani (143.770 vittime).

La relazione ministeriale  ci mostra un aumento costante delle coppie trattate e dell’età delle donne che si sottopongono a queste tecniche, la cui età media nel 2013 (36,6 anni) è nettamente superiore a quella che le stesse linee guida 2015 emanate dal Ministro Lorenzin indicano come età critica e che i dati del 2013 confermano.   Il 9,9% delle donne sottoposte nel 2013 a stimolazione ovarica non viene sottoposto a prelievo degli ovociti “Come illustrato nella Figura 3.2.8 (pag. 42), il rischio che si possa sospendere il trattamento è direttamente proporzionale all’aumentare dell’età delle pazienti. Se, infatti, nelle classi di età fino a 39 anni il rischio di sospensione di un ciclo prima del prelievo è inferiore al 10%, per le pazienti con età compresa tra i 40 ed i 42 anni il rischio diventa del 10,4%, fino ad arrivare al 17,1% per le pazienti con età maggiore od uguale ai 43 anni, 2,5 volte maggiore di quello delle pazienti più giovani.”

A questo si aggiunge che un altro 18,9% delle donne trattate non viene sottoposto a trasferimento di embrioni a causa nella stragrande maggioranza dei casi nell’ordine di mancata fertilizzazione degli ovociti prelevati (2.687), di nessun ovocita prelevato (1.855), della totalità degli ovociti non idonei (1.213), di tutti gli embrioni congelati (1.171) per rischio di sindrome da iperstimolazione ovarica. Se anche il maggior insuccesso delle gravidanze insorte dopo fecondazione extracorporea si ha a partire da 35 anni (26,4%) e cresce notevolmente nel gruppo di età 40-42 anni (38,8%) per raggiungere il 63,1% dai 43 anni in su non si riesce a comprendere come la collettività possa accettare che il SSN  fornisca queste prestazioni al 31% delle donne trattate con età superiore a 40 anni, di cui l’8,2% di età superiore ai 43 anni, età in cui nel 2013 solo 1/122 embrioni trasferiti in utero è riuscito a sopravvivere fino alla nascita!

Il crescente numero degli embrioni crioconservati, che aumenta vistosamente ogni anno: a fronte dei 22.143 embrioni crioconservati nel 2013 solo 14.424 sono stati scongelati per essere trasferiti in utero, ci aveva spinti a chiedere al Ministro Lorenzin che nelle Linee guida del 2015 nel consenso informato venisse esplicitamente richiesto l’obbligo per le coppie richiedenti la crioconservazione dei propri figli di impiantare nel più breve tempo possibile gli embrioni crioconservati, ma evidentemente la tutela del concepito non è stata ritenuta degna di attenzione e considerazione neanche da parte del Ministro,

Ritorniamo a chiedere che la relazione ministeriale fornisca più informazioni ed i dati sui risultati (numero coppie trattate, numero cicli trattati, numero cicli sospesi prima del prelievo e dopo il prelievo indicando la causa, numero di embrioni trasferiti, numero di gravidanze insorte, numero di parti, numero di neonati vivi: il tutto diviso per gruppi di età delle donne trattate)   dell’applicazione delle tecniche di fecondazione in vitro su ogni specifica patologia, come ad esempio l’infertilità endocrino-ovulatoria (nel 2013 sono state trattate 2.539 coppie), l’infertilità idiopatica (6.854 coppie trattate), la ridotta riserva ovarica (5.130 coppie trattate), il fattore genetico (341 coppie trattate), fattore sia maschile che femminile (8.538) indicandoli, infertilità maschile (12.294).

Anche in questa relazione non c’è alcuna traccia del destino di 51.552 embrioni: nella tab. 3.4.13 pag. 102 si parla di 158.672 ovuli fecondati (zigoti) da tecniche a fresco, nella tab. 3.4.26 a pag. 113 nonostante si siano aggiunti 2.896 embrioni prodotti da scongelamento di ovociti  il n. totale degli embrioni formati diventa 110.016, di cui 22.143 (20,1%) vengono crioconservati.

Ancora una volta ribadiamo che è inaccettabile che i centri autorizzati a fare la fecondazione extracorporea di II e III livello non abbiano fornito notizie su 1.314 gravidanze, cioè sul 10,3% delle gravidanze ottenute e che la maggior parte di essi sono centri privati (745 grav.= 14,9%) o privati convenzionati (311grav.= 9%)  con punte massime in Lombardia (382 gravidanze), nel Lazio (277) ed in Campania (244 grav.).

Ci auguriamo, infine, che nel Piano Nazionale per la Fertilità e nel “Fertility Day”, Giornata Nazionale di informazione e formazione sulla Fertilità del 7 maggio 2016 non continuino ad essere trascurati i Centri per l’insegnamento dei Metodi Naturali (Metodo Billings e Metodi Sinto Termici), che da più di 30’ anni insegnando alle Donne ed alle Coppie a riconoscere la propria fertilità senza alcuna spesa e senza il sacrificio di alcun embrione aiutare tante coppie – molte di più della pma – ad avere figli naturalmente.

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La corte Costituzionale dichiara la fecondazione artificiale e la diagnosi pre-impianto.

 

La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare leciti l’accesso alla fecondazione artificiale alle coppie non sterili e la diagnosi pre-impianto non ci sorprende in quanto – come già espresso in nostri precedenti comunicati – era nell’aria, ma ci rattrista moltissimo perché con questa decisione la Suprema Corte non ha solo dichiarato lecito ciò che solo undici anni fa il Parlamento aveva espressamente vietato perché ritenendo l’accesso alla fecondazione in vitro un mezzo per ovviare alla sterilità ed infertilità di coppia lo consentiva a determinate condizioni che dovevano assicurare  i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito, ma ha ridotto il concepito, il più debole ed indifeso degli esseri umani ad un oggetto, che può essere preteso come diritto, commissionato, prodotto, scartato se è portatore di malattia congenita e/o non perfetto!

La lettura attenta della sentenza n.96/2015 ci fa toccare con mano come l’istituzione voluta dai Padri Costituenti per salvaguardare lo spirito ispiratore della nostra Carta Costituzionale abbia completamento trascurato il fondamento di ogni suo singolo articolo, cioè la dignità inerente ad ogni essere umano, da cui derivano tutti i diritti umani e primo fra tutti il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale.

Nessun Padre Costituente – anche il più ateo ed agnostico – avrebbe potuto mai pensare che la Corte Costituzionale avrebbe potuto usare la Carta Costituzionale per far diventare un “diritto” ciò che loro stessi hanno condannato come orribile delitto in Hitler ed i suoi collaboratori, cioè l’eugenismo di stato.

Quando leggiamo nella citata sentenza al punto 9.− “Nel merito, la questione è fondata, in relazione al profilo – assorbente di ogni altra censura – che attiene al vulnus effettivamente arrecato, dalla normativa denunciata, agli artt. 3 e 32 Cost.

Sussiste, in primo luogo, un insuperabile aspetto di irragionevolezza dell’indiscriminato divieto, che le denunciate disposizioni oppongono, all’accesso alla PMA, con diagnosi preimpianto, da parte di coppie fertili affette (anche come portatrici sane) da gravi patologie genetiche ereditarie, suscettibili (secondo le evidenze scientifiche) di trasmettere al nascituro rilevanti anomalie o malformazioni. E ciò in quanto, con palese antinomia normativa … , il nostro ordinamento consente, comunque, a tali coppie di perseguire l’obiettivo di procreare un figlio non affetto dalla specifica patologia ereditaria di cui sono portatrici, attraverso la, innegabilmente più traumatica, modalità della interruzione volontaria (anche reiterata) di gravidanze naturali – quale consentita dall’art. 6, comma 1, lettera b), della legge 22 maggio 1978, n. 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza) − quando, dalle ormai normali indagini prenatali, siano, appunto «accertati processi patologici […] relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna».

Vale a dire che il sistema normativo, cui danno luogo le disposizioni censurate, non consente (pur essendo scientificamente possibile) di far acquisire “prima” alla donna una informazione che le permetterebbe di evitare di assumere “dopo” una decisione ben più pregiudizievole per la sua salute.

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A 20 anni dall’Evangelium Vitae

 

Nell’anniversario dei 20 anni dell’Evangelium Vitae, l’AIGOC, che il 25 marzo 2015 ricorda anche il sesto anno di nascita dell’Associazione partecipando al convegno teologico, scientifico, pastorale con la veglia per la vita in Assisi a S. Maria degli Angeli, vuole rinnovare il grazie al Signore per aver messo nel cuore di tutti i suoi aderenti il desiderio di servire la Chiesa e il suo Magistero con tutti i doni culturali ed umani che ogni singolo membro dell’Associazione ha ricevuto. “Occorre una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico, per mettere in atto una grande strategia in favore della vita. Tutti insieme dobbiamo costruire una nuova cultura della vita”. La cultura della vita sta alla base ed è il presupposto ineludibile per sviluppare qualunque aspetto di una autentica ecologia del creato.

Questo  appello di San Giovanni Paolo II, fatto con l’enciclica EVANGELIUM VITAE, seguiva quello lanciato dal Beato Paolo VI il 25 luglio 1968 nella enciclica HUMANAE VITAE “perseverino (i medici e i membri del personale sanitario) dunque, nel promuovere in ogni occasione le soluzioni, ispirate alla fede e alla rettaragione e si sforzino di suscitarne la convinzione e il rispetto nel loro ambiente”. “Così gli uomini di scienza, e in modo speciale gli scienziati cattolici, contribuiranno a dimostrare con i fatti che, come la Chiesa insegna, non vi può essere vera contraddizione tra le leggi divi e che reggono la trasmissione della vita e quelle che favoriscono un autentico amore coniugale”. Ragione e vita non si oppongono, così come non si oppongono verità e scienza . L’AIGOC ha raccolto l’invito di questi due grandi Papi con una metodologia ispirata al servizio ed alla carità che un altro grande Papa ha promulgato nell’enciclica Deus Caritas Est: Benedetto XVI. Papa Francesco, lanciando la grande offensiva contro la cultura dello scarto, supporta in maniera inequivocabile tutto l’impegno che in questi 6 anni l’AIGOC ha profuso in difesa delle vite deboli e nel lanciare una cultura dell’amore fecondo e responsabile, che mira a proporre una pedagogia che supporta l’autentico amore umano e il vero significato della sessualità, del matrimonio e della famiglia. L’AIGOC è impegnata affinché il valore incomparabile della persona umana e della famiglia cristiana venga sempre più riconosciuto e la sua grandezza e preziosità venga difesa, promossa, insegnata e diffusa. “Comportatevi come figli della luce per realizzare una svolta culturale”, afferma il capitolo 95 dell’EVANGELIUM VITAE. Cosa significa per noi? Significa che il bene prezioso della verità sulla persona umana, deve illuminare e deve essere promulgato proprio come fanno i figli della luce. E quale impegno più proprio di quello di far risplendere la verità?, come giustamente afferma San Giovanni Paolo II nella “VERITATIS SPLENDOR”. San Giuseppe Moscati, patrono dell’AIGOC, ha speso delle parole splendide sulla verità: “ama la verità, mostrati qual sei e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi e se la verità ti costa la persecuzione e tu accettala; e se il tormento e tu sopportalo! E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Chesterton, un secolo fa, profeticamente ammoniva: “noi ci ritroveremo a difendere l’incredibile sensatezza della vita umana”. E’ quello che sta avvenendo in questi decenni: la sensatezza è nella dignità dell’essere umano, è nella sua appartenenza a un tracciato che respira l’eternità così afferma Hanna Arendt: “Gli esseri umani anche se moriranno, non nascono per morire ma per incominciare”. Abbiamo sviluppato sinergie con la Mater Care International, i Centri Aiuto alla Vita e i Movimenti per la Vita , l’Associazione Pro Vita, i Giuristi per la Vita e tante altre realtà regionali e nazionali. In questo giorno speciale che ricorda i 20 anni dell’EVANGELIUM VITAE, vogliamo ricordare il passaggio fondante che l’informazione diventi conoscenza, che la conoscenza porti alla consapevolezza e che il sapère possa portare al sàpere cioè l’assaporare il gusto di servire la persona umana perché essa è la vera grande bellezza.

Il Consiglio Direttivo

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Quando si riduce l’uomo ad oggetto che si può comprare e/o scartare: tutto è possibile!

 

I fatti di Corigliano Calabro interrogano ancora una volta la nostra coscienza: con quali occhi vediamo l’essere umano? E’ talmente evidente che il piano inclinato della deriva etica è diventato ormai verticale verso l’abisso della indifferenza al destino degli esseri umani più deboli e indifesi. L’essere umano è una “cosa” che può essere scelto e prodotto a piacimento, è una merce di scambio per gli scopi più diversi. Può essere acquistato come l’utero in affitto, può essere venduto da una coppia all’altra, può essere sacrificato come e quando si vuole in nome di un ritorno economico che è sempre un ritorno egoistico e individualistico dove la parola umanità e la parola pietà sono completamente bandite.

Programmare una gravidanza in funzione di una atrocità mentale come quella di abortirlo molto tardivamente per incassare 80.000,00 euro dalle assicurazioni è l’emblema di come l’embrione venga utilizzato per 30 sporchi denari.
Da qui l’urgenza di riappropriarci degli occhi del cuore perché solo gli occhi del cuore possono illuminare la mente e la scienza a riscoprire e rispettare quell’ “essenziale che è invisibile agli occhi del corpo”. (Il Piccolo Principe)

Dobbiamo diffondere una grande strategia culturale sulla vita che educhi le coscienze di credenti e non credenti, con evidenze scientifiche e testimoniali, al riconoscimento del volto umano dell’embrione e della vita anche quando essa non è visibile agli occhi del corpo. Come giustamente è stato detto si combatte l’aritmetica della ferocia con la resistenza del bene.

Il Consiglio Direttivo

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Riconoscimento dell’A.I.G.O.C. come Associazione Privata di fedeli da parte del Vescovo Domenico Sigalini nella Diocesi Suburbicaria di Palestrina con decreto canonico n. 65 del 25 luglio 2014.

L’ A.I.G.O.C. è nata il 25 marzo 2009 dal desiderio di servire la chiesa senza fare fondamentalismi etici ma raccogliendo l’invito dei pontefici (il Beato Paolo VI, San Giovanni Paolo II, e Benedetto XVI) al fine di coniugare fede e scienza, verità e carità nel servizio alla vita nascente, alla coppia e alla famiglia.
La Diocesi Suburbicaria di Palestrina, nella persona del Vescovo Domenico Sigalini, ha suggellato la sua ecclesialità con il decreto canonico del 25 luglio 2014 (prot. 65) nominando assistente spirituale il rev. Don Paolo Morocutti.

L’associazione tutta gioisce di questo riconoscimento e ringrazia Dio, la Santa Madre di Dio e il Vescovo Sigalini per questo atto di paterna pastoralità, impegnandosi a servire Dio, la Chiesa e ogni persona umana con competenza scientifica, passione e dedizione.

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Allegato n.1.Decreto-assistente-AIGOC_elab

Allegato n.2.Decreto-riconoscimento-AIGOC_pdf

 

PIENA  SOLIDARIETà  A  MARGHERITA  ULISSE
l’Infermiera del Pronto Soccorso di Voghera Dimessasi a causa di “Pillole del Giorno Dopo”

 

Il Consiglio Direttivo dell’AIGOC, Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, nell’esprimere A Margherita Ulisse piena solidarietà e condivisione delle sofferenze e dei disagi sofferti a causa della sua coerenza alla deontologia professionale ed al primato da lei dato nell’agire professionale quotidiano alla scienza e coscienza nella piena consapevolezza delle conseguenze delle sue scelte, non può non denunciare – ancora una volta – il clima totalitario e di vero e proprio mobbing culturale in cui oggi si trovano ad agire gli Operatori Sanitari.

Mentre si enfatizza nei corsi di aggiornamento del Personale delle ASL il “i care”, “io mi prendo cura di te”, non si esita a sparare a zero, a mettere alla gogna chi concretamente cerca di tradurlo in pratica quando ciò contrasta con l’ideologia di moda!

Se esaminiamo razionalmente l’operato dell’Infermiera Margherita ci possiamo rendere conto che nel rispetto delle regole del “triage del Pronto Soccorso”, secondo il quale le due ragazze non presentavano segni di emergenza e/o urgenza tali da rientrare in un codice “verde” o “bianco”, perché la “pillola del giorno dopo” può essere assunta entro 72 ore dal rapporto sessuale, l’Infermiera ha cercato di prendersi cura delle due ragazze dialogando con loro per far loro prendere coscienza (primo passo per un consenso veramente informato) dell’oggetto della loro richiesta e del meccanismo d’azione della sostanza da loro richiesta.

Tutto il resto è pura propaganda ideologica! Non basta, infatti, la sostituzione del foglietto illustrativo, operata di recente dall’AIFA (vedi nostro comunicato n. 1 del 8/2/2014), per cambiare il reale meccanismo d’azione del levonorgestrel (Norlevo) (vedi nostro documento del 4 luglio 2012) e per assicurare che non è abortivo (a tal proposito bisogna chiedersi alla luce di vicende – in questi giorni venute alla luce del sole – quanto ci si può fidare di Organismi di controllo istituzionali!), né una delibera od una linea d’indirizzo regionale può annullare il diritto costituzionale di ogni Operatore Sanitario di agire sempre e comunque secondo scienza e coscienza.

Ci rattrista ed addolora – ma non ci sorprende ! – il constatare che i mezzi di comunicazione di massa (RAI 1 in particolare) abbiano data tanta enfasi alla vicenda senza invitare “esperti” che la pensano in modo diverso da quello dell’ideologia dominante e senza rendersi conto che facendo propaganda alla cultura di morte – come dimostrano i dati offerti nella stessa trasmissione mattutina sulla violenza alle donne – non si fa altro che aumentare questa esecrabile cultura.

Se l’Italia è ancora al 18° posto nella classifica degli Stati Europei con più alto tasso di violenza nei confronti delle donne, i cui primi 5 posti sono occupati da Danimarca, Finlandia, Svezia, Olanda e Francia, una spiegazione forse ci sarà? Evidentemente i cosiddetti “nuovi diritti civili”, già totalmente realizzati in questi prime cinque nazioni, rendono l’uomo più egoista e violento, perché hanno di fatto calpestato e distrutto il fondamento del rispetto dovuto ad ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, la sua dignità, reificandolo, rendendolo una merce che si può commissionare, comprare, vendere, esigere, scartare … uccidere con l’avallo della legge!

Per visualizzare il Comunicato CLICCA QUI COMUNICATO N 6 – 8 ott 2014

COMUNICATO STAMPA N. 5 DEL 16 LUGLIO 2014

 

La Fecondazione in vitro in Italia si conferma per il terzo anno consecutivo come prima causa di morte certificata degli embrioni

 

Il Ministro della Salute, on. Beatrice Lorenzin, il 30 giugno ha presentato l’annuale relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge contenente norme in materia di Procreazione Medicalmente Assistita (Legge 10 febbraio 2004, n. 40, articolo 15), ma – nonostante il considerevole aumento del numero delle pagine (33 in più rispetto a quella del 2013!) – alla fine della lettura dei dati e dei commenti in essa contenuti risorge spontanea la domanda: qual è il fine di questa relazione ? Ovvero la conoscenza di quello che accade nei centri di fecondazione in vitro serve ad aiutare i Parlamentari a rendere più rispettose della dignità e della vita umana di tutti i soggetti coinvolti (uomini e donne desiderosi di avere un figlio e gli embrioni prodotti per realizzare tale desiderio) – se è possibile – antiche tecniche di riproduzione animale che il progresso scientifico ritiene una conquista di civiltà da  applicare all’uomo?

Leggendo la relazione appare subito chiaro che la stessa è stata stilata secondo logiche imprenditoriali, utilizzando – nonostante l’invito rivolto più volte a prendere in considerazione il costo in vite umane innocenti di queste tecniche – indici che fanno apparire queste tecniche molto più efficaci di quanto lo siano realmente.  Nelle varie tabelle si continua a riportare la percentuale di gravidanze su cicli iniziati (19,70), la percentuale di gravidanze su trasferimenti effettuati (25,78%), ma non si trova alcuna correlazione percentuale tra numero di nati vivi  e numero di ovociti fecondati (zigoti prodotti) e scongelati oppure tra numero di nati vivi e numero di embrioni trasferiti in utero!

Per tale motivo noi vogliamo – anche quest’anno – leggere la relazione con gli occhi del medico, che secondo l’insegnamento ippocratico dovrebbe essere sempre dalla parte della vita, e con gli occhi dei concepiti, che sono gli involontari protagonisti principali, o meglio le vittime prestabilite di queste tecniche.

Numero coppie trattate  ( a fresco) (vedi tab. 1 pag. 4) 46.481
Numero cicli trattati  ( a fresco) (vedi tab. 1 pag. 4) 55.495
Num. coppie trattate  (con scongelamento di embrioni od ovociti) (tab. 3.48) 7.967
Numero cicli trattati  (con scongelamento di embrioni od ovociti) (tab. 3.48) 8.702
Numero trasferimenti di embrioni (vedi fig. 3.14) 49.054
Numero embrioni trasferiti   (vedi tab. 3.77) 105.324
Numero gravidanze  (vedi tab. 1 pag. 4) 12.646
Numero Nati Vivi      (vedi tab. 1 pag. 4) 9.818
Numero Parti             (vedi tab. 1 pag. 4) 8.127

Se leggiamo con gli occhi del Medico o mettendoci nei panni dei Concepiti i numeri della tabella sopra riportata, i cui dati sono presi in prevalenza dalla tabella I della relazione ministeriale, risulta evidente che solo 9.818 dei 105.324 embrioni trasferiti in utero ha avuto la possibilità di vedere la luce del sole, mentre 95.506 embrioni, cioè  il 90,68% degli embrioni trasferiti in utero, è stato sacrificato consapevolmente e volontariamente per poter ottenere la nascita dei 9.818 fratellini sopravvissuti!

ANNO 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Numero coppie trattate 36.465 40.574 43.972 50.090 53.305 54.458
Numero embrioni trasferiti 77.001 85.113 93.880 103.526 99.251 105.324
Numero  Nati Vivi 6.800 7.855 8.452 10.036 9.657 9.818
Numero Parti 5.437 6.245 6.777 8.163 8.002 8.127
N. embrioni trasferiti sacrificati 70.201 77.258 85.428 95.596 96.945 95.506
N. totale Embrioni sacrificati   79.082 109.818 121.750 141.652 154.381
N. embrioni crioconservati   763 7.377 16.280 18.798 18.957
% coppie con figli in braccio 13,13 15,39 15,41 16,29 14,94 14,92

Questo numero diventa ancora maggiore ove si tenga conto che gli ovociti a fresco fecondati (zigoti) sono stati 154.902 (tab. 3.44), cui bisogna aggiungere i 12.611 embrioni scongelati (tab. 3.50) ed i 5.825 embrioni formati dai 12.437 ovociti scongelati, dei quali 8.251 sono stati inseminati (tab. 3.52), che portano a 173.338 il numero dei concepiti prodotti ed a 154.381 il numero dei concepiti sacrificati – i cui diritti (anche quello alla vita?!?) l’articolo 1 comma 1 della legge 40 dichiara di assicurare – per far aver in braccio uno o più bambini a 8002 delle 54.458 coppie, che hanno fatto ricorso alla fecondazione in vitro nel 2012!

 

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COMUNICATO del 23 novembre 2012
IL PROBLEMA ETICO DEGLI EMBRIONI CRIOCONSERVATI

 

In questi ultimi mesi si è sentito spesso parlare in ambito cattolico di APN (adozione per la nascita) degli embrioni crioconservati; in particolare il Presidente Nazionale di Scienza e Vita, prof. Lucio Romano, parlando a Roma, presso l’ ATENEO REGINA APOSTOLORUM ed in videoconferenza a Bologna presso l’Istituto VERITATIS SPLENDOR il 15 maggio u.s. ha fatto capire che tra le diverse opzioni possibili la sola scelta buona fosse quella dell’adozione di detti embrioni.

Volendo aprire un confronto anche infra cattolico abbiamo deciso di mettere nel programma della quinta tappa della nostra Scuola Itinerante, che si è svolta il 15 e 16 novembre ad Aversa (Campania, dopo la Sicilia, l’Umbria, le Marche e le Puglie) tale argomento e di affidarlo all’aversano prof. Lucio Romano.

Dopo la molto dettagliata e completa presentazione delle attuali conoscenze scientifiche sull’argomento conclusa con una tabella sintetica dei pro e dei contra all’APN fatta dal prof. Romano, il prof. Giuseppe Noia, ha sottolineato come l’utilizzo del concetto di adozione inneschi una serie di problemi etici sempre più gravi in una spirale senza fine e trasformi – come affermava il prof. Padre Angelo Serra – un atto di carità compiuto per salvare la vita ad un embrione in derive etiche ancora più gravi giustificando addirittura un aumento del ricorso alla crioconservazione degli embrioni, che possono essere adottati.

Il prof. Lucio Romano rispondendo al prof. Noia ha affermato che pur essendo coscienti che le donne disponibili ad adottare embrioni crioconservati siano pochissime, che migliaia e migliaia di embrioni per quanto adottabili non saranno adottati, che scongelandoli solo 4-6 su cento potranno nascere, tuttavia l’istituto dell’Adozione è molto importante perché simbolicamente significa dare una risposta simbolica forte, forte allo statuto di persona, che alcuni vogliono disconoscere o non riconoscere, ed ha concluso – dopo aver affermato che fra 20-25 anni gli embrioni criocongelati saranno tanti da doverli per convenzione sopprimerli – con un interrogativo “Vogliamo o non vogliamo riconoscere lo statuto dell’embrione?”

Quindi noi per riconoscere lo statuto dell’embrione dovremmo fare una cosa non buona? ha esordito il dott. Angelo Francesco Filardo facendo notare come la crescente crioconservazione degli embrioni in Italia è possibile, perché gli estensori della legge 40/2004 e quelli delle linee guida applicative non hanno mai regolamentato dettagliatamente l’impegno della donna e della coppia impossibilitata a sottoporsi al trasferimento in utero degli embrioni prodotti in vitro prima della sentenza n. 151 del 15-5-2009 della Corte Costituzionale e dopo tale sentenza nel definire anche che cosa si intende per “un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario” , in particolare necessario a chi ed a che cosa? , impegno che va assunto nell’esprimere il consenso informato per cui in mancanza di questo impegno ad impiantare comunque – anche se il primo trasferimento si conclude con la nascita di uno o più bambini – gli embrioni prodotti la coppia non può essere ammessa alla Fecondazione in Vitro.

Rispondendo alla domanda di don Stefano Tardani il Presidente nazionale di Scienza e Vita ha tra l’altro affermato che il costo di questi embrioni crioconservati non sarà più a carico della singola coppia, non sarà sicuramente a carico del singolo Centro che provvede a crioconservare gli embrioni; un domani – é questa un’affermazione volutamente provocatoria – fra qualche anno lo Stato non sarà in grado di poter mantenere gli embrioni crioconservati … ed ha concluso con l’interrogativo già fatto “adesso noi vogliamo o non vogliamo riconoscere lo statuto dell’embrione?”

Da quanto riferito è evidente che la posizione dell’AIGOC, espressa con ferma convinzione negli interventi del Presidente e del Segretario nazionali, è molto distante da quella espressa dal Presidente nazionale dell’Associazione Scienza e Vita ed è motivata oltre che dai motivi scientifici (scarsa sopravvivenza degli embrioni scongelati: solo 4-6 nati vivi su

  • embrioni scongelati) anche bioetici (accettare l’Adozione Per la Nascita significa accettare la fecondazione eterologa per la coppia, accettare la maternità surrogata nei casi di impossibilità della gestazione da parte della donna adottante, correre il rischio dell’estensione dell’istituto dell’adozione ai single ed a …)…

Per scaricare il Comunicato CLICCA QUI Il_problema_etico_degli_embrioni_congelati_231112

COMUNICATO A.I.G.O.C.  del 22 novembre 2012
Appello al Presidente della Repubblica

 

L’assemblea dell’AIGOC, Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, riunita ad Aversa il 15 novembre 2012, all’unanimità ha deciso di inviare un appello al Presidente della Repubblica, on. Giorgio NAPOLITANO, nella sua qualità di primo garante della Costituzione Italiana e presidente del Consiglio Superiore della Magistratura ed al Governo Italiano in merito alla sentenza della III Sezione Civile della Corte di Cassazione n. 16574 del 2 ottobre 2012, che – con un tortuoso giro di parole – di fatto sancisce che:

Se nasce un bambino “malato” deve essere risarcito anche lui per la “vita handicappata” che dovrà vivere a causa della sua nascita, che l’errore medico non ha evitato (o ha concorso a non evitare);

La donna ha diritto di abortire il feto “non sano” solo per il solo fatto che “non è perfetto e sano”. (“accertamento doppiamente funzionale alla diagnosi di malformazioni fetali e (condizionatamente al suo risultato positivo) all’esercizio del diritto di aborto” 9/71 PDF sentenza ).

L’assordante silenzio e l’accettazione passiva da parte del Presidente della Repubblica e del Governo fanno pensare che la nostra Carta Costituzionale non è più valida e che l’antinazismo – nonostante il recente ricordo fatto dal nostro Presidente Napolitano all’amico Francesco Rosi da 70 anni siamo fedeli a spirito antifascista – è ormai superato e l’eugenismo non è più un crimine contro l’umanità, ma un fatto umanitario ed un dovere del medico, che se l’omette è condannato a pagare un risarcimento.

La conferma della deriva eugenetica promossa da alcuni Giudici con SENTENZE MANIFESTO è confermata dalla citazione della Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la legge 40/2004 fatta sia in questa sentenza della Corte di Cassazione a pag. 45 sia nella la recentissima sentenza del Tribunale di Cagliari, che citando la già menzionata sentenza della Corte Europea ha autorizzato – contro quanto previsto dalla vigente legge 40/2004 – una coppia, lei malata di talassemia major e lui portatore sano, di eseguire il test (diagnosi reimpianto) all’Ospedale Microcitemico di Cagliari, ospedale a cui i due genitori si erano rivolti per sapere se l’embrione ottenuto con le tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma) – anche questo è avvenuto contro quanto previsto dalla vigente legge 40/2004, all’art. 4 così recita “1. Il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo quando sia accertata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione ed è comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità inspiegate documentate da atto medico nonché ai casi di sterilità o di infertilità da causa accertata e certificata da atto medico – era affetto della stessa patologia genetica…

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SIAMO DIVENTATI TUTTI HITLER O HITLER E’ DIVENTATO IL PRECURSORE DEI NUOVI DIRITTI CIVILI ?

 

COMUNICATO DEL 5 SETTEMBRE 2012

 

Il Consiglio Direttivo dell’AIGOC, Associazione Italiana Ginecologi ed Ostetrici Cattolici leggendo la sentenza di una sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha ritenuto il divieto di diagnosi genetica preimpianto sull’embrione prodotto in vitro contrario all’articolo 8 della Convenzione, ed alcuni commenti ad essa correlati ha rilasciato questa dichiarazione “Siamo profondamente rattristati ed addolorati perché tocchiamo con mano come in poco più di 60 anni ciò che é stato considerato un crimine contro l’umanità (la selezione eugenetica voluta da Hitler, …) per i giudici di questa sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è divenuto un diritto tanto importante da condannare lo Stato Italiano a risarcire la coppia che non l’ha potuto esercitare.In occasione dell’assegnazione del premio Nobel ad Edwards – affermano i Dirigenti dell’AIGOC ‐ abbiamo denunciato l’altissimo costo in vite umane innocenti di queste tecniche di riproduzione umana ‐ che in senso strettamente scientifico non possono e non potranno mai essere considerate terapie – che nel 2010 in Italia hanno causato la morte di 121.750 embrioni per far nascere 10.036 bambini, superando addirittura il numero delle vittime della legge 194/1978 nello stesso anno (115.372).

Questa sentenza sarebbe – dovrà essere confermata dalla Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ! – disastrosa perché di fatto distruggerebbe il pilastro fondante della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo contenuto nel suo preambolo “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”, omettendo di tener conto non solo dei dati offerti universalmente dalla scienza sull’inizio della vita umana ma anche della recente definizione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea “costituisce un «embrione umano» qualunque ovulo umano fin dalla fecondazione, qualunque ovulo umano non fecondato in cui sia stato impiantato il nucleo di una cellula umana matura e qualunque ovulo umano non fecondato che, attraverso partenogenesi, sia stato indotto a dividersi e a svilupparsi.”

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